Ciò che mi hai insegnato
La tua storia è un crescendo di commozione e di frasi perfettamente elaborate per raccontare Severus.
Quel Severus, quello che ha appena ucciso e che sa - ne ha piena coscienza- di ciò che quel gesto implica.
Una narrazione che ho letto con emozione, come non sempre accade capita, cogliendo i tanti particolari momenti e pensieri che hai espresso alla perfezione e che ogni lettore può rielaborare dentro di sé e fare suoi.
Su tutto mi è piaciuto il parallelo che fai con il mare, confronto di cui non voglio che parlare sorvolando, per invogliare alla lettura della tua storia. Corrono i pensieri e chiudendo gli occhi sembra di vedere la figura di Severus dolente, straziato, ma mai vinto.
Solo Silente poteva
dare forza alla bontà che c’è in Severus?
Solo lui ha voluto farlo, direi, perché è quello che fa un padre; questa è una delle frasi che più mi ha colpito e che mi è entrata dentro come una verità rivelata.
Questo è ciò che ciascuno dovrebbe provare a fare.
Non conosco la canzone che guida i tuoi pensieri mentre scrivi, Rossy, ma le parole sono estremamente calzanti, accompagnano perfettamente la dolorosa introspezione di Severus, coinvolgente e malinconica- direbbe Ida: da nodo alla gola - e occhi lucidi.
Due frasi su tutte:
CITAZIONE
Ma non c'era alcun modo e alla fine ho dovuto rassegnarmi al destino che le mie colpe avevano scolpito per me.
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Non avrei neanche potuto nutrire la disgustosa fame dei Dissennatori perché non avrei avuto ricordi abbastanza felici se lui non mi avesse insegnato ad esserlo. No, neanche Lily sarebbe stato un ricordo abbastanza felice per loro.
Molto, molto brava, Rossana