C'è un momento speciale nella vita in cui, per un attimo, leggiamo in noi nitidamente e comprendiamo ogni cosa.
C'è un attimo che riesce a ripagarci di tutti i sacrifici e ci rincuora, permettendoci di andare avanti. In quell'istante la verità è chiara e limpida davanti agli occhi e le spiegazioni sono superflue. Quell'attimo è diverso per ognuno di noi, capita in modo diverso e tutti lo viviamo in maniera diversa.
Non sono molte le persone che sanno guardare a fondo in quel frammento di tempo e scegliere per il meglio.
Mi piace pensare che Chiara ci abbia offerto la narrazione del momento speciale di Severus.
Un breve istante pieno di sentimenti contrastanti, un attimo doloroso e pieno di dolcezza che gli permetterà di affrontare il futuro.
E' bellissima l'atmosfera cupa che l'autrice rende senza fatica. Si tratta di una strana e ruvida consapevolezza che immediatamente tuffa il lettore nel momento storico e nella data in cui la storia si svolge.
Tutti i gesti, anche i più spontanei e normali, sono mostrati in una luce diversa e sembrano diventare strani, quasi fuori luogo.
Quello descritto da Chiara è un anno molto particolare e la sua decisione è quella di farci vivere proprio quel momento storico, proprio quell'Halloween: l'ultimo di Severus.
Un anno drammatico perché dominato dal Male.
Quel Male completo e inarrivabile che cerca di assoggettare anche le più ferree volontà.
Dopo poche parole ci si sente catapultati in un periodo estremamente buio per il Mondo Magico.
E al lettore il cuore si stringe: il periodo più terribile anche per Severus.
Ho trovato molto bello il metodo con il quale l'autrice fa entrare chi legge in quell'atmosfera pesante: rivedere vecchie abitudini e gesti ormai quasi meccanici rivissuti con un altro spirito. Questo permette di intuire anche una sorta di amara nostalgia per quel che non è più.
La storia incomincia davvero coi primi momenti descritti che sono quelli della solitudine cercata e fuggita.
CITAZIONE
No, non posso cedere adesso.
Terribile leggere queste parole, ancor più se le si immagina pensate da Severus.
Ho la convinzione che non si sia mai permesso di pronunciarle ad alta voce. Lo avrebbero messo in pericolo, quando ad Hogwarts anche i muri potevano avere orecchie.
E proprio per questo il pensiero è ancora più struggente.
Lui pensa di essere sull'orlo della sopportazione ultima, che non può permettersi di cedere, soprattutto in quel particolare momento, in questo particolare periodo della sua vita.
Non se lo poteva permettere, per quanto fosse stanco di vedere ciò che ogni giorno si svolgeva davanti a lui, senza poter far nulla.
Solo, costretto ad assecondare le malefiche intenzioni, cercando di recare meno danno possibile.
Stanco, solo e stanco. Un'immagine che in un attimo mi ha riempito d'angoscia.
Se mai Halloween può essere stato un giorno divertente per Piton, (è subito chiaro per tutti) è da molto, moltissimo tempo che non lo è più.
Il giorno particolare descritto da Chiara è ancora più terribile, ma l'autrice ha saputo stupirmi regalandomi un attimo pieno di tenerezza.
Una piccola parola, un nome, che diventa ricordo di un gesto che ha devastato l'anima di Severus, ma che lui sembra utilizzare solo per rendere omaggio. Un modo per portare rispetto a chi ha occupato per molto tempo quel posto, quasi a chiedere il permesso, quasi a cercare di nuovo e sempre un'approvazione che non riesce a credere di meritarsi.
Ed è il momento dei pensieri.
Piton riesce ad accettare e confessarsi l'eredità, non cercata né mai riconosciuta, di quel lontano gesto.
Le motivazioni che l'hanno portato a prendere una dolorosa decisione ed infine a portare a termine ciò che aveva promesso, l'hanno reso (a dispetto dell'opinione di sé da lui espressa) un uomo estremamente pieno di dignità, di amore e di spirito di sacrificio.
Severus resta un uomo profondamente coraggioso e fedele.
Un uomo che ha saputo perdere la sua anima, per regalarla a qualcun altro. Un gesto importante per un ragazzo troppo ingenuo e innocente per comprenderne davvero il significato.
Severus non ha esitato e ha compiuto il suo destino, con lucida consapevolezza.
Questo sacrificio non lo rende più un traditore, ma un'anima perfetta.
E l'attimo di riflessione continua, tenendo chi legge stretto alla mente e all'anima di Severus, tanto che ci si giustifica la rabbia nei pensieri del mago.
Anche se è amaro e penoso, per chi legge, scorrere queste righe.
Si tratta di uno sfogo silenzioso e solitario, senza soluzione.
Non esiste più nessuno che possa consolare e contrastare le parole piene di dolore, ma non c'è odio in esse, nonostante tutto: solo un bruciante rimpianto.
Quell'attimo passerà.
Inanellando un dolore all'altro Severus arriverà presto ad un ricordo non meno amaro.
Quanto dolore può sopportare un uomo?
E poi ogni cosa cambia. Un desiderio covato nel fondo del cuore diventa realtà.
Una realtà che ho amato profondamente per il significato che avrebbe preso, per ciò che avrebbe potuto avvenire.
L'ho sperato, lo confesso, ma non volevo arrivare a credere che l'autrice sarebbe stata così magnanima con me...
La storia prosegue toccando i mille punti dolenti dell'animo di Severus e nel lettore resta la speranza che tutto questo possa, in qualche modo, aver a che fare con
CITAZIONE
Una disperata richiesta di perdono senza alcuna speranza di assoluzione...
Quanto è importante questa parola nella vita di Severus?
Ogni rimpianto della sua vita ruota attorno a questa parola. Sia la sua vita che la sua morte: forse quel "Guardami" voleva in fondo essere solo un "Perdonami" mai pronunciato...
Chiara ha dato voce ai miei pensieri, ai miei desideri più profondi.
Le ultime righe della storia sono un susseguirsi di parole e gesti che hanno lasciato appagato il mio cuore.
Scene difficili da leggere. Per me, per come amo Severus.
Nella narrazione il susseguirsi di sofferenza, ira, rimpianto, sollievo, mi ha regalato stupende emozioni che si rincorrevano e scivolavano l'una nell'altra.
Arrivando quindi a quel gesto che dà il titolo alla storia.
Piton che è sempre sembrato colui che è soggiogato e succube, di Voldemort prima e di Silente poi. Severus: l'uomo che segue pedissequamente le regole.
Ed ecco qui che ogni pensiero prende significato e quell'uomo cambia le sue stesse regole, tradendo la sua volontà. Non per se stesso ma, ancora una volta, per il bene di qualcun'altro.
Un Piton davvero stupendo quello di Chiara!
Rendendolo disperato e felice, nello stesso tempo, l'autrice è riuscita a racchiudere, in poche righe, le esperienze di una vita di dolore e di speranza: il destino di un uomo. E' riuscita a tuffarmi in momenti di vera commozione.
Non solo.
Mi ha fatto leggere esattamente ciò che volevo leggere, anche se non l'ho compreso fino a che non sono arrivata in fondo.
Ha saputo giocare con i miei desideri, rendendoli reali e poi riportandomi alla realtà.
Una realtà dura, ma che può dare infinita consolazione a chi sa che la strada è quella giusta e che il momento dell'ultimo dovere, e del suo vero significato, è finalmente arrivato.
Edited by chiara53 - 23/5/2015, 17:44
