A VOLTE LE PERSONE SE NE VANNO
Questo racconto mi ha colpito perché ha un punto di vista molto particolare.
In guerra, purtroppo sono i genitori che seppelliscono i figli e questa realtà sconvolgente è resa con
grande umanità e sentimento profondo.
Mi è piaciuta la descrizione di una normale giornata, della pace e della quotidianità scossa, distrutta letteralmente fatta a pezzi all’improvviso: anche il mio cuore si è stretto all’annuncio freddo e sintetico che raccoglie in poche parole una vita intera e viscerali emozioni.
Non riesco a non commuovermi con Eileen. Le sue domande sono le mie e con orrore immagino siano le domande che ogni genitore si pone quando subisce la perdita di un figlio in guerra (ma anche la guerra alla mafia è guerra!), quante madri si saranno chieste di fronte all’onore tributato ai figli morti: Dov’è mio figlio, per godersi quella libertà?
Mi sono abituata a mettere parte delle recensioni sotto spoiler e questa storia merita di essere letta con amore e stupore al dispiegarsi dei sentimenti e delle sensazioni.
Ad Eiileen Non gliene importava niente dei festeggiamenti. Non le importa del giornale, della storia che già conosce: era suo figlio. Questo conta: sperava di rivederlo, sfogliava l’album delle foto di quando era più giovane e aspettava che la porta si aprisse all’improvviso per abbracciarlo; questo desidera, brama una madre, questo ora le è per sempre negato. Troppo dolore nel prendere atto che mai più lo avrebbe rivisto, troppo per una sola persona. Hai descritto benissimo il senso di perdita e il fatto che, per ogni madre, i figli restano sempre piccoli , giovani; quelle sono le foto che ogni mamma sfoglia più di frequente, perché nel loro cuore i figli non crescono mai, neanche quando muoiono...
All'improvviso ecco Tobias, il padre, all’inizio stupito, infastidito… che riceve da Eileen il giornale, pietosamente :
Tobias scorse i nomi.
C’era.
Princess senza dire nulla, senza aggiungere inutili parole gli hai restituito il ruolo di padre che non ha mai avuto.
Brava!
Poi c’è la parte che amo e odio di più: il trionfo dell’orgoglio, ma soprattutto della dignità.
La scena descritta nei minimi prticolari è straziante, se dovessi raccontare mie particolari esperienze direi che chi l’ha scritta deve aver, suo malgrado, provato sulla sua pelle la sensazione di freddo che porta con sé toccare fisicamente la morte.
L’immagine di Eileen e Severus mi ha fatto pensare ad una Pietà, senza offendere il senso religioso di nessuno.
Per me tutte le madri provano lo stesso dolore e tutti i figli morti sono uguali.
E’ commovente e dolcissimo il colloquio tra i due, anche se a parlare è solo Eileen; è così umano, naturale sincero e vero, purtroppo a questo punto io piango e ti faccio i complimenti: una scena tremenda e dolce.
L’ultima scena, da leggere e rileggere, si potrebbe definire: somiglianze e differenze.
Ma come si può non commuoversi e sorridere nel ritrovare nella madre le stesse parole, gli stessi atteggiamenti, la medesima ironia del figlio?
La foto sostituita è pura poesia.
Finalmente è in pace ma forse se fosse rimasto vivo…. Avrebbe avuto la seconda possibilità che come un testimone passa attraverso Eileen a Tobias
Il tre maggio era una splendida giornata di sole, la natura era più rigogliosa che mai.
Il tre maggio la terra era più leggera, molte persone erano volate via.
Il tre maggio era tutto più buio per centinaia di famiglie, che non riuscivano a vedere quanto sole ci fosse in realtà.
La natura se ne frega di quello che succede sulla terra, delle faccende degli uomini, lei prosegue il suo corso, perché lei sa che niente finisce, che le stagioni ritornano, che la vita continua, anche se tu non la vedi.
Una frase bella e terribilmente, orribilmente vera.
Complimenti hai saputo toccarmi il cuore.