| Ho trovato questa storia semplicemente stupenda e del tutto diversa dalle solite fic: non è solo una banale fanfiction, è una storia vera, intensa, densa di significati importanti, che fa pensare, che non si ferma all’apparenza delle cose ma va in profondità, a denunciare le ingiustizie e le brutture, ma che sa anche cogliere la bellezza delle piccole cose e di un amore vero. Una famiglia come tante, quella di Remus e Dora, è vero, uguale alle altre nella sua diversità là dove le discriminazioni diventano uguaglianze e comprensione, e se nel mondo dei maghi, così come in quello dei Babbani, possono esistere ed esistono, disparità, distinzioni e classificazioni che portano con sé dolore e umiliazioni, tra singoli maghi e Babbani possono invece emergere umanità, tolleranza, disponibilità e gentilezza. Proprio quelle piccole cose che fanno la vita degna d’essere vissuta. Mi è piaciuta la denuncia, che questa storia porta in sé, della discriminazione contro i “diversi”, siano Lupi mannari o persone malate, e tanti, tantissimi sono i gradi di diversità, perché, se pur siamo tutti uguali (nel senso che abbiamo gli stessi diritti), ognuno di noi è diverso dall’altro e le nostre differenze sono la nostra forza, lo stimolo a crescere e a conoscerci. La storia è così veramente bellissima, ben scritta, intensa, coinvolgente e toccante, ma divertente al tempo stesso (la scena del portaombrelli-cagnolino è assolutamente esilarante!), presenta uno stupendo Remus, tenero e dolce come sempre, ma anche amaro e realista, nonché una Tonks sensazionale!!! Molto bella, e dolorosamente vera, come solo chi si è trovato nelle condizioni descritte può comprendere a fondo, la frase:
CITAZIONE Le persone che avevano provato la sofferenza sulla loro pelle imparavano a rispettare i silenzi altrui e non chiedevano mai più di quello che si era disposti a confessare spontaneamente. Così come è tenerissimo, umano e vero, Remus che si asciuga le lacrime sfruttando l’occasione offerta dalla risata, nonché la considerazione di Dora, piena d’amore, che Remus osi parlare dei suoi problemi solo quando il suo personale sfogo può portare giovamento a un’altra persona. Il “potere costituito”, nella figura del suo rappresentante, ci fa una ben magra figura in questa storia e subisce lo sberleffo di una combattiva Dora, che diventa amante attenta e delicata, disposta a mentire spudoratamente, comprensiva d’ogni difficoltà di Remus che, dal suo canto, solo vuole proteggerla da una verità dolorosa che diventa senso di colpa. E i problemi si dissolvono, pur se non spariscono, in bottiglie già aperte che sanno di Mosca Caramellata… Struggente la scena nella sala d’aspetto del medico, il punto focale dove le diversità diventano intensa umanità ed uguaglianza, dove l’umorismo impertinente annega nell’amarezza, dove emerge potente il messaggio della storia. Veramente bravissima, Sara! Edited by chiara53 - 23/5/2015, 17:40
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